STORIA

Le principali creazioni che hanno fatto la storia di Diapason

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PRELUDE

Nel lontano 1987 la Diapason Prelude I è stata l’inizio di tutto, Alessandro Schiavi, fondatore e presidente di Diapason, era solo un giovane adolescente quando iniziò la sua avventura nel mondo della registrazione di musica classica dal vivo. Ancora giovanissimo divenne il tecnico di registrazione ufficiale del “Festival Pianistico Internazionale” che si teneva presso il “Teatro Grande” di Brescia. Era provvisto tutta l’attrezzatura necessaria ma aveva disperatamente bisogno di un monitor di mixaggio attendibile: insoddisfatto di ciò che era disponibile all’epoca, decise di costruire un diffusore che incontrasse le sue esigenze, partendo da due altoparlanti iconici: il mid-woofer Seas P14 RCY e il tweeter Audax HD100 D25. Il cabinet del sistema di altoparlanti risultante era realizzato in massello di castagno con baffle rivestito in pelle naturale ed era accordato al 100% ad orecchio. È interessante notare che – secondo il gusto di Alessandro – il suono del tweeter necessitava di essere addolcito e lui trovò una soluzione intuitiva ma efficace: posizionare un piccolo arco sopra il diaframma – in verticale – attaccandoci un piccolo rifrattore: in questo modo si deviava una porzione dell’emissione diretta, distribuendo l’energia acustica relativa tutt’intorno. Il risultato fu uno spettro acuto più dolce, in combinazione con una straordinaria capacità di ricostruzione della scena acustica. Alessandro a quel tempo aveva una piccola sala di controllo sulla quinta di proscenio del Gran Teatro ed i musicisti erano soliti entrare per ascoltare le registrazioni: rimanevano tutti impressionati dal suono delle Prelude I. L’avventura di Diapason era appena iniziata.

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1989 ADAMANTES I

Grande era la soddisfazione data dalle Prelude I: un ascolto estremamente appagante, particolarmente con gli archi e la musica barocca. Tuttavia Alessandro iniziava ad avvertire il desiderio di migliorare ulteriormente: diede così l’avvio ad un progetto che espandesse le già notevoli prerogative della capostipite, individuando nella tenuta in potenza e nell’estensione della gamma bassa le aree di miglioramento.

Iniziò a “giocare” con il fattore di forma delle Prelude, tenendo ferme base ed altezza, ma incrementando la profondità, al fine di fornire un adeguato volume di carico all’altoparlante prescelto, un 17 cm in luogo del 14 cm, il Seas P17 RCY/P. L’incremento di volume rese necessario escogitare uno stratagemma per ingentilire le forme: nacque l’idea delle sfaccettature, inizialmente poste solamente nella parte superiore del frontale e poi estese alla parte inferiore. Tuttavia non fu solo l’aspetto estetico a guidare la matita di Alessandro, c’era anche l’intuizione che questa soluzione avrebbe ridotto drasticamente le diffrazioni, approssimando il nuovo progetto ad una sorgente puntiforme ideale. Si decise di utilizzare legno massello di castagno, per poter procedere a successive realizzazioni del cabinet: la versione definitiva prevedeva un ulteriore incremento di volume – in termini di profondità – che fu aggiunto sul retro e venne anch’esso sfaccettato. Tra le peculiarità di Adamantes I sono da menzionare i connettori personalizzati con corpo ottone placcato oro 24K, il cablaggio interno Van den Hul https://www.vandenhul.com/ che ancora oggi correda ogni realizzazione Diapason.

Nel 1989 vennero presentate al Top Audio di Milano e dimostrate riproducendo i master originali delle registrazioni effettuate da Alessandro, una scelta che dava valore ad un cespite della filosofia Diapason: “non si può sviluppare efficacemente un diffusore acustico senza l’esperienza di una assidua frequentazione della musica dal vivo!”

Nel 1991 venne pubblicata su Audio Review una recensione entusiastica delle Adamantes I, a cura di Bebo Moroni che scrisse così : https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1466030693614896&id=1460265690858063&set=a.1460268157524483&locale=it_IT  (Successivamente le menzionerà su videohifi.com https://videohifi.com/classifiche-diffusori/ apostrofandole come un mini diffusore di assoluto riferimento), di lì a breve iniziò l’avventura della distribuzione internazionale di Diapason.

https://www.seas.no/images/stories/vintage/pdfdataheet/h0548_p17rcyp.pdf

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1991 MICRA

Correva l’anno 1991 e Diapason si era ormai consolidata come piccola e solida realtà artigianale, grazie al successo di Prelude I e di Adamantes I. Il rapporto con il principale fornitore tecnico, la norvegese Seas, si stava nel frattempo facendo sempre più fervido e fecondo.

In particolare, i norvegesi si presentarono proponendo orgogliosamente ad Alessandro un nuovo piccolo altoparlante che ritenevano particolarmente riuscito. Si trattava di un mid-woofer da 4”, la prima iterazione dell’attuale ET11RC4Y-DI. Alessandro trovò estremamente intrigante l’idea di realizzare un micro diffusore con un mid-woofer così minuscolo. Inoltre, l’idea consentiva di espandere la gamma del marchio verso il basso, proponendo un progetto “di ingresso” nell’universo Diapason.

La strada fu quella di accoppiare il piccolo altoparlante al classico tweeter 25TFFC, sempre di produzione Seas, e di realizzare un mobile semplice ma efficace, in legno massello e basato su quello della Prelude I. Dal punto di vista circuitale si trattava di un “due vie” classico con la caratteristica peculiare di un modulo di impedenza estremamente facile da pilotare.

Il successo fu immediato e continua ancora oggi: Micra è giunta alla terza iterazione e sta lì a ricordarci quanto un piccolo altoparlante, nonostante le ovvie limitazioni in termini di estensione alle basse frequenze, presenti enormi vantaggi in termini di espressività della gamma media. Micra è connessione intima con la componente emotiva racchiusa in ogni esecuzione musicale.

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1998 KARIS

La prima generazione di Karis è nata nel 1998, da un’esigenza precisa: Alessandro desiderava poter far esprimere il meglio dell’anima e della filosofia sonora Diapason anche in spazi molto intimi. L’intento era quello realizzare un diffusore che fosse piccolo nelle dimensioni, ma gigante nel suono. Il risultato ottenuto è stato, di fatto, una versione compatta dell’Adamantes: non si è trattato però di una semplice “riduzione in scala” ma, semmai, di una distillazione della sua essenza.
Delle Adamantes, Alessandro ha mantenuto le esatte proporzioni ed il caratteristico design multi-sfaccettato – a diamante – caratterizzante frontale e retro della sorella maggiore. Come accade per l’Adamantes, la Karis ha beneficiato di questo accorgimento progettuale, “scomparendo” dalla percezione e restituendo una scena sonora completamente svincolata dai diffusori.
Questo risultato è stato da sempre particolarmente caro ad Alessandro che lo ha fatto diventare un caposaldo della filosofia progettuale Diapason: l’unica protagonista deve essere la musica ed ogni diffusore viene concepito come un’opera al suo servizio, come un vero e proprio strumento acustico.
Il cabinet di Karis è stato realizzato in doghe di massello di noce. Qui è entrata in gioco l’ormai collaudata maestria dei nostri maestri artigiani: una lavorazione che è arte e ha reso Karis un piccolo prezioso gioiello, piacevole alla vista e al tatto.

Ma, com’era divenuta a quel punto conoscenza consolidata, non si è trattato solamente di una scelta estetica: il legno massello è funzionale alla musicalità, offre un contributo timbrico peculiare che consente al diffusore di “cantare” con una naturalezza non altrimenti raggiungibile, restituendo l’emozione della musica dal vivo.
Alessandro ha scelto di utilizzare per la Karis una versione nel frattempo migliorata dall’eccezionale mid-woofer da 4” utilizzato nella Micra, ottimizzata per lavorare in modo specifico con il volume di carico rappresentato dalla Karis, alla quale venne abbinato lo stesso tweeter da 19 mm delle Adamantes il mitico Scan speak D2010 un trasduttore capace di riprodurre le armoniche con una pulizia disarmante.

Puntando alla velocità Alessandro ha applicato anche in questo caso la tecnologia – Direct Drive sviluppata in collaborazione con la norvegese Seas, che produce questi driver in esclusiva per Diapason. Il principio è semplice:  la risposta in frequenza naturale del mid-woofer permette il collegamento diretto ai connettori posteriori, senza l’uso di un circuito passa-basso. Il risultato è immediatamente percepibile: una velocità ed un controllo eccezionali alle basse frequenze.  Dinamica pura.

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2009 ÀSTERA

Quando Ástera è nata, nel 2009, non è certamente stata concepita come un freddo disegno tecnico. È nata dal desiderio di catturare ancor più in profondità l’essenza della musica, di dare forma a un’idea sonora. Alessandro l’ha concepita per essere il frutto più puro della sapienza nella lavorazione del legno massello, in essa è stata infusa la maestria dei nostri maestri artigiani maturata in anni di esperienza.

L’estremizzazione delle forme multi-sfaccettate a diamante del cabinet di Astera non rappresenta certo una scelta estetica quanto semmai un affinamento del percorso tracciato da Adamantes, perseguendo l’obiettivo di sempre: far scomparire il diffusore dalla scena sonora. Le geometrie di Astera sono state calcolate per permettere ai driver di avere una dispersione – intorno al diffusore – prossima a quella ottimale, riducendo al minimo le diffrazioni: ciò ha permesso ad Alessandro di avvicinarsi all’ideale teorico della sorgente puntiforme. In particolare, la curvatura dei pannelli frontali e posteriori, ottenuta con una lavorazione a controllo numerico di altissima precisione, rende la geometria ancora più efficace, migliorando drasticamente la tridimensionalità, il dettaglio e il realismo. L’ascoltatore non sente il suono provenire da una scatola; si trova immerso nell’evento musicale, percependo vividamente solo musica, in tutte le sue sfumature.

Per enfatizzare al meglio la purezza sonora scaturita da questo percorso di ricerca, Alessandro ha scelto solo il meglio, componentistica di assoluta eccellenza, selezionando i migliori driver della norvegese Seas.

Il tweeter è basato su un diaframma a cupola morbida in seta trattata da 29 mm, “motorizzata” da un avanzatissimo sistema magnetico “Hexadim” la cui ventilazione è gestita da una camera di decompressione posteriore attentamente ottimizzata: una scelta che garantisce alla riproduzione delle alte frequenze una naturalezza ed una trasparenza incredibili. Il mid-woofer, basato su un cono in carta rivestita in “Nextel” ed un sistema magnetico progettato con anelli in rame per inibire le distorsioni da intermodulazione. Il tutto è stato completato da Alessandro con l’attenta progettazione di un crossover in cui i componenti vengono testati ed accoppiati in seno alla coppia con tolleranze strettissime, ammettendo solo variazioni dell’1%. Il cablaggio del circuito è stato eseguito in maniera diretta, utilizzando cavi Van den Hul in rame oxygen-free e argento, senza circuito stampati per garantire che il segnale arrivi ai driver nel modo più puro possibile.

Il risultato di tutta questa ricerca e di questa attenzione al dettaglio è una riproduzione di estrema naturalezza, trasparenza e dettaglio. Ástera ha sorpreso Alessandro per la sua musicalità e per la capacità di esaltare il contrasto e la forza degli strumenti nello spazio: è capace di una nitidezza e una messa a fuoco incredibili. Non è più solo ascoltare musica: è vivere la musica, sentirla con un equilibrio e una ricchezza armonica che si porgono all’orecchio umano con una naturalezza disarmante.

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2014 DYNAMIS

Dynamis non è semplicemente un diffusore; nel 2014 ha rappresentato il punto d’arrivo di un viaggio lungo trent’anni, la sintesi di tutta l’esperienza di Alessandro e della ricerca che ha condotto in DIAPASON. L’intento è stato quello di creare un diffusore da pavimento di riferimento, un progetto che racchiudesse in sé l’eccellenza in ogni aspetto della riproduzione sonora, un autentico top di gamma.

Dynamis innanzitutto incarna l’originalità di un design italiano in cui però la forma è la risultante della funzione: l’estetica che la caratterizza, quella di solido poligonale, non è infatti casuale, è l’evoluzione in versione da pavimento dell’idea che Alessandro ha sperimentato con successo a partire da Adamantes: la multi-sfaccettatura del cabinet.

Il progetto del mobile di Dynamis ha richiesto ad Alessandro l’attento calcolo delle proporzioni dei suoi 14 lati, i quali sono stati poi assemblati in modo che solo due di essi fossero paralleli tra loro: questo accorgimento è stato cruciale perché l’assenza di pareti parallele riduce drasticamente le risonanze interne, eliminando le onde stazionarie che altrimenti “sporcherebbero” il suono. Il risultato è stato un mobile accordato, come se si trattasse di un vero e proprio strumento acustico, che è anche un lavoro di manifattura e artigianalità italiana di altissimo livello: è realizzato in MDF ad alta densità, fondendosi con la collaudata tecnologia di assemblaggio sviluppato in anni di lavoro su Adamantes, Karis e Astera. L’elemento di innovazione sta nel fatto che Alessandro abbia voluto applicare al cabinet di Dynamis uno strato speciale di copertura in vetroresina, conferendo alla struttura una solidità incredibile che garantisce un tangibile miglioramento delle prestazioni sonore. L’autentica tradizione artigianale italiana emerge nella finitura: i nostri maestri artigiani danno il tocco finale, applicando su richiesta qualsiasi colore o materiale si possa immaginare, permettendo a Dynamis di integrarsi con un’estetica forte e originale in qualsiasi ambiente.

Per ottenere una performance senza compromessi, ogni elemento doveva essere il migliore incontestabilmente il migliore, questo il pensiero di Alessandro. Il midrange ha un potente gruppo magnetico, un cono in carta con rivestimento in Nextel e una bobina a lunga escursione, assicurando una riproduzione con bassissima distorsione e un’eccellente risposta ai transienti. E’ stato accoppiato ad un raffinato tweeter a cupola morbida in seta trattata a mano, scelto per il suo considerevole flusso magnetico e la sua naturalezza d’emissione. Il woofer completa la gamma di frequenze estendendola verso lo spettro grave con impressionante profondità, conferendo alla performance una solidità e un grande controllo.

La ricerca della perfezione è evidente anche nel crossover: utilizza componenti di altissima qualità, lo stesso scrupoloso accoppiamento a bassissima tolleranza che caratterizza Astera ed è cablato interamente a mano, su cavo Van den Hul, senza l’utilizzo di circuiti stampati. Questo processo scrupoloso elimina qualsiasi possibilità di degradazione del segnale audio, garantendo una dinamica eccellente in tutte le condizioni di ascolto.
Ma al di là del design e della tecnologia, Dynamis è stata costruita per un unico scopo: l’emozione dell’ascolto.
Quando tutti questi elementi lavorano in armonia – la coerenza timbrica, la capacità dinamica, la naturalezza e la tridimensionalità – l’ascoltatore chiude gli occhi e percepisce la reale presenza degli strumenti musicali sul palcoscenico.

Dynamis promette di elargire pure emozioni musicale, l’esperienza di rivivere la musica come se fosse eseguita lì, davanti a voi.